L’11 giugno 2015 è stata presentata, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la quinta edizione del rapporto Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi.
Elaborato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, lo studio mira a misurare il contributo che cultura e creatività apportano al complesso delle attività economiche nazionali. La ricerca prende in considerazione quattro macro settori: industrie culturali propriamente dette, industrie creative (architettura, comunicazione e branding, artigianato, design e produzione di stile), patrimonio storico-artistico-architettonico, e performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere).
L’industria culturale conta 443.208 imprese (il 7,3% delle imprese italiane) e impiega 1,4 milioni di persone, pari al 5,9% del totale degli occupati in Italia. Dai risultati emerge che le imprese del sistema produttivo culturale italiano originano 78,6 miliardi di euro, contribuendo al PIL nazionale con una quota pari al 5,4%. Se si prendono in considerazione anche istituzioni pubbliche e onlus, i numeri salgono rispettivamente a 84 miliardi (5,8% del PIL). A questo si aggiunge che l’industria culturale ha un moltiplicatore di fattore 1,7, tale per cui gli 84 miliardi ne attivano altri 143, per 226,9 miliardi di euro totali, con il turismo come principale beneficiario di questo indotto. Con riferimento a quest’ultimo, il 2014 ha visto il 37,3% della spesa dei turisti in Italia legata alle industrie culturali, pari a 28,3 miliardi di euro su 75,8 totali.
Le imprese che hanno investito in cultura e creatività – impiegando profili creativi o stimolando la creatività delle proprie risorse umane – hanno poi osservato il proprio fatturato crescere del 3,2% tra il 2013 e il 2014, contro un calo dello 0,9% di chi non si è impegnato in questo senso. Per quanto riguarda in particolare le esportazioni, cultura e creatività hanno poi costituito un acceleratore per le imprese che vi hanno investito, e che hanno aumentato il loro export del 4,3%, contro un +0,6% di chi non ha investito.
A livello geografico, anche per il 2014 la provincia di Arezzo è la prima in Italia per valore aggiunto e per occupati legati alle industrie culturali (rispettivamente 9,3% e 10,8% del totale dell’economia). In generale, cultura e creatività producono nel Centro Italia valore aggiunto per 19,9 miliardi di euro, pari al 6,3% del valore aggiunto totale dell’economia locale. Seguono da vicino il Nord-ovest (28,2 miliardi, 5,8%) ed il Nord-est (17,6 miliardi, 5,3%). Nel Meridione, 12,7 miliardi per il 4% dell’economia locale.