Il 13 giugno si è tenuto a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale l’evento Investire in Italia per presentare ad un pubblico di 300 ospiti la strategia governativa per un ambiente più favorevole per le imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanza, con il Ministero dello Sviluppo Economico e con la Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome.
Investire in Italia. Quadro normativo ed istituzionale per gli investimenti esteri.
Resoconto
- Il Ministro Alfano ha sottolineato di aver messo la diplomazia economica al centro del suo mandato e ricordato i principali motivi per investire in Italia: porta di accesso a mercati di quasi 800 milioni di consumatori, l’Italia è la terza economia dell’Eurozona e seconda economia manifatturiera d’Europa. Chi investe in Italia acquisisce un know-how unico in settori strategici come quelli dei macchinari, dell’automazione, della robotica, dell’ingegneria, della moda, del design, dell’agro-alimentare e delle tecnologie verdi, dove l’Italia è prima nell’UE per il mixeconomia italiana è fortemente proiettata ’export (nel G20, è il Paese con il quinto maggiore avanzo commerciale manifatturiero), il costo del lavoro è fra i più bassi fra i grandi Paesi europei e la forza lavoro particolarmente qualificata, con un mondo universitario connesso con i principali network europei di ricerca, sviluppo e innovazione.
- Fra le principali misure adottate dal Governo per migliorare il business environment e rendere più attrattivo il nostro Paese (a) il “Jobs Act”, che ha introdotto una normativa sui contratti di lavoro più flessibile e più adattabile ai diversi cicli economici, (b) il miglioramento della giustizia civile, con corti specializzate per le imprese, incentivi per le procedure extra-giudiziali, il nuovo processo telematico e una nuova normativa fallimentare, (c) la modernizzazione dell’amministrazione pubblica per garantire procedimenti autorizzativi snelli e velocità nei pagamenti, (d) una fiscalità più trasparente e prevedibile, con misure ad hoc per attrarre capitali esteri, (e) il Piano Industria 4.0, che tocca tutte le fasi del ciclo di vita delle imprese per incrementarne la competitività, sostenere gli investimenti innovativi, digitalizzare i processi produttivi e valorizzare la produttività dei lavoratori e la loro formazione.
- Dal panel sono emersi numerosi spunti interessanti. E’ stata riconosciuta l’importanza delle sforzo del Governo di procedere per la prima volta ad una riorganizzazione sistematica del settore dell’attrazione investimenti, introducendo anche strumenti operativi innovativi: il Comitato Attrazione Investimenti Esteri, con il compito di accompagnare i grandi progetti di investimento esteri e proporre miglioramenti normativi, e i nove Desk di ICE-Agenzia per l’attrazione investimenti, che vanno ad integrarsi nella rete diplomatico e consolare e degli uffici ICE. Sottolineata la centralità per il sistema produttivo italiano del Piano Industria 4.0. e del collegamento fra industria e network universitario, per consentire alle imprese caratterizzate da una forte capacità innovativa di continuare a migliorarsi per competere sui mercati stranieri. Infine, messa in rilievo la necessità di assicurare la comunicazione tra la rete estera e Regioni ed enti locali, i soggetti maggiormente consapevoli delle opportunità sul territorio e destinatari ultimi degli investimenti.
- Tra le innovazioni presentate, particolarmente rilevanti sono stati considerati gli strumenti di dialogo tra l’Amministrazione fiscale e le imprese, all’insegna di trasparenza e semplificazione e le principali agevolazioni introdotte: in uno stesso anno d’imposta, un’impresa può difatti cumulare tali agevolazioni e godere di un tax rate effettivo inferiore a quello nominale del 24%. Non è un caso, quindi, che l’Italia abbia recuperato 20 posizioni nella classifica dei Paesi a più alto livello di attrattività fiscale, come riportato nello studio Digital Tax Index 2017: Locational Tax Attractiveness for Digital Business Models, condotto dal Mannheim Centre for European Economic Research (ZEW).
- L’Amministratore Delegato di FSI SGR Tamagnini ha, inoltre, illustrato il meccanismo di funzionamento del fondo creato da Cassa Depositi e Prestiti, uno dei più importanti fondi di investimento in equity in Europa, che ha la funzione di sostenere le imprese di eccellenza del Made in Italy. La Vice Presidente di Confindustria per l’internazionalizzazione Mattioli ha colto l’occasione dell’evento per rilanciare il Comitato Investitori Esteri di Confindustria, che riunisce le principali multinazionali che operano in Italia, con lo scopo di formulare indicazioni al Governo per il miglioramento del business environment.
- Infine, significative anche le considerazioni dei rappresentanti dei tre investitori stranieri intervenuti, che hanno sottolineato i punti di forza dell’Italia per l’imprenditore estero: lavoratori particolarmente qualificati (“i migliori ingegneri del Gruppo General Electric sono in Italia”), un network scientifico sviluppato, un rapporto eccellente fra produttività e costi di produzione, un ottimo supporto delle istituzioni, nazionali e locali, un mercato particolarmente aperto (anche in settori strategici quali energia e telecomunicazioni). Non sono mancate alcune note negative su lentezza della burocrazia, macchinosità delle procedure amministrative e assenza di politiche strutturali chiare.